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La Robotica per fronteggiare l’Emergenza Sanitaria

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Author: Future Manager Research Center

Autore: Salvatore Corradi – FM Chairman

Il nuovo anno è appena cominciato ma l’incidenza del COVID-19 continua ad essere indubbiamente preoccupante. Con una situazione così critica che fa da sfondo ciascun comparto industriale o settore scientifico si è prodigato (chi più chi meno a seconda delle proprie possibilità) per fornire sostegno e aiuto nella lotta al virus.

Tra queste un ruolo significativo lo ha avuto la robotica che, grazie alle combinazione vincente di una mente umana affiancata da una macchina intelligente, è riuscita a raggiungere risultati sorprendenti. Nello specifico l’apporto della robotica si rivela fondamentale in ambiti di sicurezza, logistica (nella gestione di rifiuti contaminati) e assistenza ospedaliera (per quanto riguarda la prevenzione, lo screening e la decontaminazione).

Ulteriore conferma di questa realtà è l’editoriale pubblicato dalla rivista Science Robotics intitolato The Role of Robotics in managing public Health and infectious Diseases”, nel quale viene evidenziata l’importanza di tale materia per fronteggiare sia la pandemia attuale, sia possibili emergenze sanitarie di carattere virale che potrebbero verificarsi in futuro.

È chiaro che nessuno deve sentirsi “immune” ad una piaga sociale di questa portata, al contrario sarà solo grazie all’unione di tutti i paesi a livello globale e al prezioso contributo della collettività che si riuscirà ad uscire da questa terribile condizione. A tal proposito giungono notizie da diverse parti del mondo che testimoniano in che modo i sistemi robotici, non temendo il contagio, sono in grado di svolgere delle mansioni apparentemente semplici, ma che si sono rivelate fondamentali per la riduzione dei rischi e del carico di lavoro del personale sanitario.

Ecco alcune invenzioni provenienti dai luoghi più disparati che sono l’esempio lampante dell’utilità della robotica: in Danimarca e in Cina sono stati realizzati dei robot che si spostano in maniera autonoma nelle stanze d’ospedale riuscendo a svolgere diversi compiti. I robot danesi possono in una decina di minuti eliminare per il 99.99% di batteri e microrganismi dannosi grazie a queste macchine dotate di luce UV-C che riesce a raggiungere anche le superfici più critiche. Per quanto riguarda i robot cinesi sono in grado di effettuare screening ai pazienti mediante termometri o telecamere a infrarossi oppure consegnare i pasti e i medicinali a chi si trova in isolamento. In Spagna invece sono in corso sperimentazioni che interessano l’impiego di robot per accelerare gli esiti degli esami di laboratorio sui tamponi.

Un paese dal quale provengono delle notizie molto incoraggianti è l’Africa, infatti Natalie Raphil, fondatrice della società di intelligenza artificiale sudafricana “Robots Can Think”, è testimone dell’utilizzo stampanti 3D capaci di produrre 100 maschere al giorno da distribuire nei principali ospedali di Johannesburg.
Infine, degli ingegneri in Tunisia hanno ideato uno scanner polmonare a raggi X del tutto online che lavora attraverso una piattaforma che scansiona le radiografie dei pazienti per rintracciare l’eventuale  presenza di Coronavirus.

La drammatica situazione che il mondo sta vivendo dovrebbe far riflettere su quanto questa disciplina ingegneristica sia utile per assistere il personale operativo, senza però sostituirlo. È giunto perciò il momento di valorizzare i giovani ricercatori, eccellenze che permetteranno l’utilizzo di applicazioni d’avanguardia a livello internazionale.