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GEC #18 Religione e Uguaglianza di Genere

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Author: Future Manager Research Center

Lo scorso 3 Ottobre Papa Francesco ha firmato l’enciclica sulla fratellanza intitolata “Fratelli tutti”, lettera che ha scatenato non poche polemiche. Le intenzioni del Santo Padre erano quelle di sensibilizzare i fedeli ad un’attività politica migliore, che fosse più “popolare” e meno “populista”, ponendo anche particolare attenzione alla tematica dell’inclusione degli stranieri e dei più bisognosi. Tuttavia il documento in questione è stato accolto con un certo sdegno da alcune organizzazioni a causa del termine “fratelli” il cui uso, secondo loro, sarebbe noncurante della parità di genere. In tutta risposta la Santa Sede ha dichiarato che quel titolo non è fraintendibile in quanto fa riferimento alle parole di San Francesco d’Assisi.

Se da una parte il mondo cristiano ha reagito con veemenza a una mancata puntualizzazione di genere, dall’altra nei paesi Scandinavi si è recentemente festeggiato un grande traguardo sempre sul fronte gender equality. La Svezia ha infatti, per la prima volta nella storia, raggiunto un eccezionale primato: è la prima nazione al mondo ad avere più preti donne che uomini con un numero di 1.533 sacerdotesse su 3.063 sacerdoti totali. Non ci sono parole migliori di quelle pronunciate da una portavoce della confessione svedese: “La Bibbia dice che gli esseri umani, di entrambi i sessi, sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Lo dimostriamo coi fatti e non solo le parole”.

Sono passati quasi trent’anni da quando la Chiesa d’Inghilterra ha deciso di concedere alle donne il diritto di poter essere ordinate come sacerdoti. Tuttavia il risultato della Svezia ha battuto ogni previsione in quanto era stato stimato che tale sorpasso sarebbe avvenuto solo nel 2090. Oggi diverse confessioni ammettono il sacerdozio femminile, tra queste quella luterana, anglicana, metodista, battista e quella valdese ma, come certamente saprete, niente di tutto ciò è ammesso nella Chiesa cattolica.

Nel 1994 Papa Giovanni Paolo II aveva pubblicato un lungo articolo sul quotidiano della Santa Sede in cui vietava categoricamente una possibilità di ordinazione per le donne, scelta che un paio di anni fa è stata puntualmente ribadita e riconfermata dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (CDF) Ladaria, il quale ha messo a tacere la questione pronunciando un secco “no”.

Per tutti quelli che speravano e sperano tutt’ora che un cambiamento avvenga in questo senso c’è ancora da pazientare, però esistono associazioni che operano ormai da molti decenni come la Women’s Ordination Worldwide, che combattono in modo molto incisivo a difesa dell’argomento. Esistono dunque degli elementi che fanno ben sperare; però non cantate vittoria: le sacerdotesse in Svezia vengono comunque pagate meno degli uomini!