Future Manager Italy Insights
Author: Future Manager Research Center
Nell’odierna società globalizzata, i business e i mercati cambiano, si trasformano ed evolvono ad altissima velocità. Pertanto numerose aziende, volenti o nolenti, affrontano sfide continue.
Se per alcune PMI tali sfide appaiono stimolanti, per altre possono rappresentare uno scoglio insormontabile che all’apparenza sembra irrisolvibile sfruttando le sole risorse interne. Tutto ciò porta al bisogno di appellarsi ad esperti esterni all’azienda. A fronte di queste necessità, tra le tante opzioni, un’azienda può scegliere di rivolgersi ad un consulente o ad un temporary manager.
Tra queste due figure esistono similitudini, ma anche svariate differenze che li rendono più o meno adatti a soddisfare determinate necessità di un’azienda, che richiedono l’intervento di risorse altamente qualificate per un periodo di tempo limitato.
I consulenti sono richiesti principalmente per progetti specifici a breve termine che richiedono elevate competenze tecniche. Questi professionisti raccomandano e consigliano l’azienda restando sempre e comunque esterni, individuano la problematica e recuperano le informazioni interagendo direttamente con la proprietà e con il personale dell’azienda, per poi suggerire consigli utili al fabbisogno aziendale. Una volta raggiunto questo step, sarà facoltà della direzione aziendale o dell’imprenditore scegliere se applicare o meno quello che il consulente ha loro suggerito.
I temporary manager, invece, intervengono nel core business di un’azienda in maniera più sistematica e duratura. Essi possono essere assunti per occupare temporaneamente delle posizioni a causa della carenza di personale o per essere di supporto per piani di espansione strategica. I manager ad interim operano nel vivo dell’implementazione di progetti specifici per un cliente esclusivo, operando all’interno dell’organico aziendale: nonostante siano gli ultimi arrivati, devono essere considerati come parte integrante del team, al fine di velocizzare i processi di cambiamento.
I Tman propongono soluzioni nel momento in cui individuano delle criticità, tuttavia il loro intervento non è una consulenza nel senso stretto del termine. Allo stesso modo si può affermare che un consulente non si occupa direttamente dell’implementazione dei processi per i quali ha proposto una soluzione. In sostanza, un consulente di business analizza quelle che sono le sfide aziendali e sviluppa di conseguenza piani strategici che possono in un secondo momento essere implementati dai manager ad interim.
Da un punto di vista strettamente finanziario, consulenti e temporary manager costituiscono un investimento economico per un’impresa, infatti per una corretta stima dei costi è necessario aver presente tutti gli elementi rilevanti, dalle modalità al grado d’intervento. Si tenga quindi presente che, in media, un consulente manageriale o un temporary manager può costare circa un 20-30% in più del costo aziendale di un dirigente tradizionale.
In conclusione, entrambe le figure professionali costituiscono una valida guida per le PMI che devono prendere decisioni delicate, l’importante è scegliere quale delle due soluzioni faccia al caso proprio.