Future Manager Italy Insights
Author: Future Manager Research Center
Autore: Salvatore Corradi – FM Chairman
Per un’azienda che ha come prerogativa l’essere o il diventare globale, conoscere la distinzione fra le diverse metodologie di reclutamento che vengono attuate nei diversi paesi è una nozione fondamentale. Notoriamente le pratiche variano da un paese all’altro e, proprio per questa ragione, le agenzie di consulenza HR che operano a livello internazionale devono mantenersi costantemente aggiornate, così come lo deve essere un candidato che spera di ottenere un’occupazione in un paese straniero.
Quali sono dunque gli strumenti prediletti dai reclutatori che operano nei diversi paesi del mondo? Social network, Job board, società di reclutamento esterne o passaparola sono, in generale, alcune tra le principali strade battute dai selezionatori, ma si sa, “paese che vai usanza che trovi”, quindi la capacità di adattamento è fondamentale.
Partendo dalle abitudini europee è possibile evidenziare come, secondo uno studio condotto da Stepstone, su sei paesi presi in esame (Germania, Francia, Danimarca, Austria, Svezia e Belgio) solo il 2% delle assunzioni è stato effettuato sui social network. Questo dato potrebbe sembrare una contraddizione se si pensa al fatto che le nuove generazioni di laureati sono molto più inclini al reclutamento via social, tuttavia ciò non significa che questi paesi siano avulsi dall’utilizzo delle piattaforme digitali. Al contrario, le aziende europee sanno bene come sfruttare il proprio network, semplicemente lo fanno diversamente da altri paesi. Dimostrazione di questo fatto è un dato che dimostra come il 24% di tali assunzioni avviene tramite canali digitali interni alle imprese, come candidature ricevute su siti internet aziendale o dall’attivazione di reti di reclutamento sempre interne.
Diametralmente opposta è la situazione negli Stati Uniti, dove ricercare e offrire posti di lavoro su LinkedIn e Facebook sono operazioni all’ordine del giorno. Ancor più rilevante però è l’incidenza delle raccomandazioni: di fatto le raccomandazioni stanno alla base del 20-30% delle assunzioni negli USA. Un candidato caldeggiato da un membro dello staff o da una persona di fiducia ha ben quattordici volte più probabilità rispetto ad un altro di essere scelto. Rispetto all’Europa, inoltre, è molto più difficile suggerire qualcuno che faccia parte del tuo nucleo familiare; le probabilità invece si alzano per un candidato conosciuto durante il college o durante esperienze lavorative pregresse.
A seguito dalle considerazioni prese in esame, appare evidente come, nonostante la componente della raccomandazione, non esista un vero e proprio “mercato nascosto” nel campo del reclutamento. La maggior parte dei lavori disponibili viene pubblicizzata tramite le bacheche di lavoro alle quali chiunque ha accesso: in India le assunzioni effettuate in seguito a prese di contatto online costituiscono il 60% tra quelle prese in esame, allo stesso modo in Cina il social network Viadeo ha rivoluzionato il modo di fare recruiting. Nonostante ciò le interviste restano comunque di vitale importanza nell’analisi della carriera professionale di un candidato (pensate ad esempio a un paese come l’Italia che è molto legata alla forma più relazionale di reclutamento).
I giovani laureati sono quindi pronti a varcare le frontiere per una ricerca di impiego all’estero che richiede la conoscenza di alcune sottigliezze e abitudini delle aziende e del rapporto candidato-datore di lavoro. Ricordate sempre che una soluzione utile per trovare supporto e consigli in queste situazioni è fare affidamento su servizi di Cross Culture.