Future Manager Italy Insights
Author: Future Manager Research Center
Se non avete mai sentito parlare di generazione X, di Millennial o di generazione Z, allora probabilmente siete dei Boomer. Se così fosse probabilmente anche questa parola vi sembrerà insolita, ma non preoccupatevi: tutte queste categorie si possono facilmente distinguere seguendo un preciso ordine cronologico. Proprio per i diversi contesti storici in cui questi individui sono cresciuti, si riesce a delineare l’approccio che ciascuno di loro ha nel mondo del lavoro.
I primi sono appunto i cosiddetti Baby Boomer, ovvero tutti coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964 (e che hanno dunque vissuto in pieno il Boom economico da cui la categoria prende il nome). La storia parla chiaro per quanto riguarda i fatti accaduti in quegli anni. È stato un ventennio di radicale cambiamento sociale, economico e professionale. I Boomer sono stati immediatamente catapultati in uno scenario di guerre e conflitti, motivo per il quale possono essere considerati i veri discendenti di Stachanov, quelli a cui non spaventa l’idea di sporcarsi le mani e di lavorare duramente. Attualmente essi sono una categoria molto allettante per il mondo del marketing, essendo riuniti in quella silver economy costituita da persone che hanno risparmi da investire.
Subito dopo (dal 1965 al 1980) si colloca la generazione X o Xennials, così ingiustamente definiti perché considerati come coloro che non avevano una spiccata personalità, come se non avessero nulla da dire. La guerra in Vietnam, il disastro di Chernobyl e la caduta del muro di Berlino sono solo alcuni degli eventi che hanno caratterizzato quest’epoca. Questa è anche la generazione che è stata influenzata dall’avvento delle primissime tecnologie, quali la televisione, gli walkman e il telefono cellulare. Essi, però, hanno anche la sfortuna di raccogliere la complessa eredità dei Boomer che ha portato ad una paralisi economica, un aumento della disoccupazione e un conseguente ingente debito pubblico.
Gli Xennials sul posto di lavoro si approcciano discretamente al mondo del Web, sono considerati indipendenti, leali, innovativi ma anche competitivi, ambiziosi e puntigliosi.
Quella tra il 1980 e il 2000 è l’epoca dominata dalla generazione Y, anche noti come Millennial, sono i “nativi digitali”, la nuova forza lavoro che è stata testimone della disoccupazione dei propri genitori, elemento che ha reso i Millennial estremamente individualisti ed esigenti. A differenza delle generazioni che li hanno preceduti, essi sembrano faticare a proiettarsi nel futuro e tendono ad avere un rapporto distante con l’azienda. D’altro canto sono una categoria che non ha paura di cambiare posto di lavoro, facendo sempre di più leva sulle ampie capacità tecnologiche.
Per quanto riguarda l’ipertecnologica e più recente categoria della generazione Z (nati dopo il 2000), si attendono con ansia dei dati più specifici, essendo quest’ultimi appena approdati nel mondo del lavoro.In conclusione, dopo aver delineato questo quadro così variegato, una domanda sorge spontanea: “qual è il modo più adatto di gestire una forza lavoro multigenerazionale?”.